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La Mole

Incontrare una valle felice

La valle di La Mole fiorisce al ritmo della natura, come se fosse incontaminata dal tempo. Il villaggio, punto di partenza per passeggiate contemplative, ha molti segreti da svelare.

Un’identità da preservare

La Mole coltiva la tranquillità di un piccolo villaggio provenzale immerso nella natura, ma difende questo vantaggio con passione. Dopotutto, La Mole è la porta sud-occidentale del Golfo di Saint-Tropez, ma, diciamolo, appartiene al massiccio dei Maures! Una vista aerea del villaggio, immerso in un verde eccezionale, conferma questa affermazione. Il motto del villaggio è inciso sotto la meridiana della sua bella chiesa: “Souviens-toi de vivre” (“Ricordati di vivere”). Il villaggio originario e i suoi rinomati ristoranti hanno visto triplicare la loro popolazione negli ultimi anni, grazie a un’espansione di successo; ma ora basta! Nessuno deve invadere il sentiero che conduce alla discreta cappella di Sainte-Magdeleine. Nulla deve disturbare il flusso del fiume che si fa strada tra vigneti e canneti: la natura rimane sovrana.

Panorami indimenticabili su un oceano di verde

All’altra estremità del villaggio, il castello è orgoglioso di essere stato la casa d’infanzia di Antoine de Saint-Exupéry, che ha scritto della zona ne Il Piccolo Principe. Di fronte, un segno del destino, c’è la pista dell’aeroporto, interrotta da un ruscello: La Mole. Seguendo il ponte su di esso, una strada si snoda attraverso la meravigliosa pianura, terra di transumanza di capre e pecore, raggiungendo il complesso ricettivo di Pachacaïd, per poi salire, curva dopo curva, verso il Col du Canadel. Lasciamo da parte la straordinaria vista sul mare e volgiamo lo sguardo alla straordinaria valle, ai suoi famosi vigneti che costeggiano la strada che segue i sentieri per le vette circostanti, ai ruscelli selvaggi, all’odore di humus, funghi porcini ed eucalipto dei boschi circostanti. E poi, in lontananza, un puntino blu-argento in questa immensità di verde.

Dalla diga di Verne al silenzio della Chartreuse

Questa oasi nei Maures è la diga di Verne. Questo specchio d’acqua, alimentato dal fiume Verne, ha visto insediarsi famiglie di aironi cinerini e cormorani; in autunno, diventa un rifugio per gli uccelli migratori; in primavera, le tartarughe d’acqua fanno il bagno nelle cascate improvvisate, sotto lo sguardo divertito di cinghiali e volpi venuti a bere: sembra di essere sulle Alpi. Eppure è proprio questo sito a fornire acqua dolce alle comunità di acqua salata del Golfo, a pochi chilometri di distanza. Sebbene sia vietato nuotare e andare in barca, il sentiero lungo la riva sinistra ti condurrà alla Chartreuse de la Verne, un monastero risalente al 1170 e un monumento storico superbamente restaurato. Questo luogo senza tempo è abitato da una quindicina di monache di clausura che rispettano la legge del silenzio. Sì, la zona intorno a La Mole ha ancora molti segreti da nascondere…

Un po’ di storia

L’area di La Mole viene menzionata nel 1008, in una carta dell’Abbazia di Saint-Victor a Marsiglia. Il villaggio medievale di Sainte-Madeleine si trovava a ovest dell’altopiano di Maravieille, su un affioramento di basalto. Dalla fine del XII secolo, parte del territorio di La Mole divenne parte del dominio dei monaci certosini di La Verne. L’area fu abbandonata alla fine del XIV secolo. Nonostante il tentativo di ripopolare l’area, rimase disabitata fino al XIX secolo. Nel 1770, la signoria di La Mole fu acquistata dallo Chevalier Emmanuel Boyer de Fonscolombe, un consigliere reale, da Joseph-Jean-Baptiste de Suffren, marchese di Saint-Tropez. L’attuale villaggio fu creato nel XIX secolo.

Soggiorni e attività a La Mole

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